giovedì 28 novembre 2013

Stand-by


Se c'è una cosa che un po' mi invidia Peter Pan, è la mia capacità di ignorare ciò che dovrebbe farmi arrabbiare. 
Lei non ci riesce, lei si infervora e sclera che è una bellezza.
Oggi, per esempio, c'era un gran discutere sui nostri pargoli e del rispetto che devono avere verso le insegnanti. Perché pare che con quella di inglese, sia sorto qualche problemino. 
Ieri ci sono stati i colloqui individuali e stamattina vi erano confronti anche piuttosto accesi.
UN confronto ben acceso, in particolare. 
Tra Peter Pan ed Alice, per la precisione.
Niente parolacce eh. 
O forse sì, boh. 
E' che ormai non ci faccio neanche più caso. Alle parolacce dico.
E' che Alice è talmente a modo che anche quando sproloquia, uno manco se ne accorge. 
Peter Pan è un "po'" meno composta, ma è Peter Pan. 
Anche al bar ormai si sono abituati tutti.
Il problema di fondo, causa scatenante dell'alterco, è stato il fatto che qualche settimana fa, la maestra di inglese si sia lamentata del fatto che la 4°C sia una classe di maleducati. Perché sembrerebbe che alcuni bambini le rispondano male. 
Peter Pan diceva che sua figlia rispetta le maestre e che sta spesso zitta. Alice invece sostiene che i bambini non debbano stare in silenzio ed eseguire tutto come dei soldatini.
Io? 
Io mi sono accorta che stavano sì sostenendo due opinioni diverse, ma nessuna delle due era di fondo sbagliata. Anzi, i loro erano discorsi complementari:
I bambini devono essere liberi di esprimere le loro opinioni. Ma devono farlo in maniera educata.
Solo che non avevo voglia di mettermi in mezzo, L'unica cosa di cui sentivo il bisogno era una confezione di pop corn ed una coca cola. Ecco.
Fatto sta che mi sono spenta. 
Totalmente. 
Guardavo il telefonino, mi specchiavo nel portatovaglioli e sbuffavo al ritmo della musica di sottofondo del bar.
Ho contato i tavolini, ho controllato lo stato delle mie unghie, mi sono ricordata che i bagni alla turca non mi sono mai piaciuti e ho effettuato un calcolo precisissimo della capienza del locale. 
Poi ho notato che Peter Pan indossava il giubbotto che ha acquistato ieri e che Alice sta bene senza trucco. 
Intanto era in atto una guerra.
Ad un certo punto mi sono infilata il cappello, mi sono allacciata il giubbotto e mi sono alzata. 
Loro hanno fatto la stessa cosa... e ora boh. 
Conoscendole si andrà avanti per giorni...

mercoledì 27 novembre 2013

Un mondo parallelo


Da quando vado a prendere la Piccola alle 16.00 alla Materna, la mia vita sociale ha subito un'impennata inimagggggginabbbbbile. 
Nolente o volente, ogni mattina  vengo risucchiata dal vortice delle mie amiche. Che una tempesta tropicale, in confronto, è una brezzettina che manco ti scompiglia i capelli.
Spesso c'è chi mi accompagna anche fin dentro all'asilo, chi mi tiene la Piccina se sono un attimo in ritardo ad accompagnare gli altri due a scuola. Se ho bisogno di qualcosa o di chiedere un consiglio, mi vengono dati trecento pareri. 
Pure quando non lo chiedo. Il consiglio, dico.
E se è lunedì bisogna andare al mercato, se all'outlet è arrivato qualcosa, bisogna assolutamente andarci. 
Che poi a me dei capi griffati non è mai importato un granché. Infatti non acquisto mai nulla. 
Devo andare a fare un po' di spesa? C'è sempre chi mi accompagna. 
Così pure quando porto la Mezzana a ginnastica artistica, pure se devo andare dal dottore, in posta, in edicola. Sempre.
Io che sono sempre stata una solitaria, ora sono sempre in mezzo alla caciara
Io che ho sempre avuto il mio modo di pensare, ora vedo un altro mondo. Stili di vita diverse, modi di affrontare situazioni differenti. 
Questa cosa mi ha fatto subire un contraccolpo psicologico non da poco. 
E mi ha bloccata. 
Anche nella scrittura. 
Infatti è da un mese che manco lo guardo il blog. 
Solo che "Tre cuori di mamma" è nato come mia valvola di sfogo... e non scrivendo, butto tutto fuori in nervosismo e aggressività. 
Se una volta non davo peso a certe cose, ora sono intollerante. 
Rido spesso, mi diverto eh? A me piace stare con loro, altrimenti non lo farei, è ovvio. Eppure c'è qualcosa di fondo che mi lascia l'amaro in bocca. 
E non so cos'è. 
Non so se dipende da me. 
Il problema è che non riesco a guardarmi dentro, sono indecifrabile pure con me stessa.
Forse, la verità, è che si cambia. 
Si cambia sempre.