lunedì 24 febbraio 2014

Al you can eat


Venerdì sera sono uscita con le mamme della 4°C (la classe del Grande, per chi non lo sapesse).
Siamo molto unite, forse perché negli anni scorsi andavamo tutte insieme ai vari compleanni, o forse perché siamo tutte fuori come balconi senza ringhiera, fatto sta che insieme ci troviamo proprio un gran bene.
Questa volta si è deciso di andare a mangiare giapponese in un ristorante, appena aperto, ad un tiro di schioppo da casa.
L'idea del breve tragitto che avrei dovuto compiere, mi ha fatto optare per un paio di stivaletti col tacco che ho acquistato l'anno scorso in terra Bingobonghiana, in un attimo di estrema incoscienza senile.
Camminando verso la meta, mi sentivo Adriano Celentano: la mia camminata, fino al citofono di Omino Penz, era un ondeggiamento-incerto- molleggiato da barchetta ubriaca.
Non so che avrà pensato il Penz-marito quando, dopo aver suonato, al suo: 
"Chi é?" 
Ho risposto: 
"Son me"
Cioè, sono metà sarda, metà sicula, nata e vissuta in terra Lumbard e parlo veneto?
Vabbeh. 
Dopo pochi istanti è scesa Omino Penz su dei tacchi mica da ridere neh? 
Che già è stanga di suo! In confronto io potrei essere una pochette.
Davanti al ristorante la 4°C che conta. 
Dentro il ristorante pure.
Carino neh? 
Tutto nuovo e con i camerieri che non capiscono una cippa. 
Insomma, un vero ristorante Giapponese.
Io ero in mezzo tra Omino Penz e la Ste. 
Io e la Ste non sappiamo un tubo di sushi, così abbiamo deciso di affidarci ad Omino Penz.
Formula "Al you can eat" che significa: "Vuoi strafogare? Strafoga pure quanto vuoi che paghi uguale. Ma se provi a mollare qualcosa nel piatto, te la paghi in più. Zitta e mosca."
Omino Penz voleva che utilizzassi le bacchette. 
Figuriamoci, le ho disintegrate appena ho cercato di staccarle l'una dall'altra.
Io, dopo un doppio piatto giapponesato, ho deciso che volevo gli spaghetti di soia che sono una cinesata di cui vado ghiotta, lasciando sul piatto un pochino di salsina con dei tocchi di aglio da paura.



Cinghia, la supermegarappresentantediclasse, mi ha intimato di finire immediatamente lo schifo immondo, pena: punizioni corporali con l'ascolto forzato del festival di S.Remo.
Eravamo in 11 in un tavolo unico e, inevitabilmente, si sono formati due gruppi ben distinti.



Omino Penz, che stava nel mezzo, ci ha fatto notare che da una parte si facevano discorsi seri, dall'altra si cazzeggiava in maniera esagerata con schiamazzi e punte di cultura paragonabili a Er Piotta.
Io ovviamente, da grande casinara quale sono, ero nel gruppo cacciarone.
Una volta terminato il  tutto con i cameLieLi che ogni tanto si dimenticavano di noi, ho spostato la mia attenzione sulle bacchette che si dovrebbero usare per mangiare.
Di lì, la trasformazione da mamma quasi per bene a pirla, è stata immediata.



Ci ho costruito una catapulta e ho iniziato a lanciare altre bacchette. Poi Omino Penz ha pensato che con i tappi delle bottiglie era più divertente, e così siamo passate alle Olimpiadi del lancio del tappo. Ad un certo punto volevo provare con il barattolino della salsa di soia... ma vabbeh non è che si possa fare sempre tutto, neh?
Poi ci abbiamo costruito un pupazzetto, io ho proposto di giocare a shanghai, ma ci volevano troppe bacchette.
Una volta terminato il tutto, siamo uscite e ci siamo fermate a parlare un po'.
Angy con la sua pelliccia di Astrakaaaaaaaaan voleva a tutti i costi pagare la torta che la nostra Omino Penz aveva creato per il compleanno di sua figlia. Così, portafoglio alla mano, per rendere l'idea, ha cominciato ad abbassare i toni e a sfoderare l'accento Siculo che, in certi frangenti, funziona assai.
Ma Omino Penz è stata irremovibbbbbbbbbbbbile.
Da lì si è cominciato a passare da un discorso all'altro.  Angy mi fa schiattà dalle risate, rimarrei ore ed ore ad ascoltarla.
Dopo esserci salutate, Omino Penz mi ha accompagnato a casa.
Mi sono divertita parecchio.
Vedete? 
Non è importante il luogo dove si va, è importante la compagnia. 
Io con loro mi divertirei pure in una cantina.


14 commenti:

  1. Sono contenta che tu ti sia divertita...e che non via abbiano buttate fuori dal listolante!! ^_^

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    1. Però ci hanno chiesto se eravamo della zona e come mai solo donne (?!?)

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  2. Io voglio sapere una cosa: come fai a convincere marito a stare a casa con i figli per uscire una sera! Io in tre anni e mezzo ci son riuscita solo una volta, dietro minaccia!

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    1. Semplice: se vuole uscire qualche volta con gli amici, io devo poterlo fare uguale :-)

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    2. A posto, questa scusa non ce l'ho perché da solo lui esce ad ogni cambio di stagione!

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  3. è reciproco cara....!!! dai è anche grazie alla lentezza delle cameliele...e direi anche SIMPATICISSIME(uuh)....abbiamo avuto modo di prolungare la serata...dal cinese o in pizzeria avremmo finito...3h prima...bacio
    ile

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    1. Allola linglaziamo le simpaticissime cameliele che ci hanno concesso il comodato d'uso del lolo splendido locale :-)

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  4. certo in cantina...ce stanno le bottiglie di vino...

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    1. ..... e se poi le bottiglie sono piccole, c'hanno il vino buono...

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  5. una serata cosi ogni tanto ce vo'!!!

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  6. Bello che vi divertiate così tanto . Spesso tra mamme della stessa classe ci si sta sulle palle. Strabaci Sabri

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  7. Noi andiamo dal cinciu con la formula mangia un beè che paghi sempre e solo 9.90... mi prende proprio la voglia di andare dal cinese! con le mie bacchette regolamentari :)

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  8. Eu !!!! Ma il blog ??!! Attendo !!!! Sabri

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Donne! (È arrivato l'arrotino :-)) Sparate pure quello che vi passa per la testa!!!